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La Direttiva sulle Pratiche Commerciali Sleali (2005/29/CE) è stata un primo passo fondamentale per contrastare il greenwashing, seppur con alcune limitazioni.
Cosa ha fatto:
- Ha vietato le pratiche commerciali ingannevoli e aggressive, incluse quelle relative alle affermazioni ambientali.
- Ha fornito una definizione di “consumatore medio” per stabilire se una pratica commerciale è ingannevole.
- Ha previsto l’obbligo per le aziende di fornire informazioni chiare e accurate sui loro prodotti, comprese le loro caratteristiche ambientali.
Tuttavia, la Direttiva presentava alcune lacune:
- La definizione di “affermazione ambientale” era generica e di difficile applicazione.
- Non esistevano criteri specifici per la valutazione delle affermazioni ambientali.
- Le sanzioni per le violazioni erano poco dissuasive.
Nonostante queste limitazioni, la Direttiva ha avuto un impatto positivo:
- Ha contribuito a sensibilizzare le aziende e i consumatori sul problema del greenwashing.
- Ha portato ad un aumento del numero di azioni legali contro le pratiche di greenwashing.
- Ha posto le basi per una normativa più specifica sul greenwashing.
Nel 2024, la Direttiva è stata sostituita dalla Direttiva sul Greenwashing (2024/825), che introduce norme più rigorose e specifiche per contrastare le false affermazioni ambientali.
Cosa significa per te?
- In qualità di consumatore, avrai accesso a informazioni più accurate e affidabili sulle prestazioni ambientali dei prodotti e dei servizi.
- Potrai fare scelte di consumo più consapevoli e sostenibili.
- Le aziende che si impegnano realmente per la sostenibilità saranno più facilmente riconosciute e premiate.
In definitiva, la Direttiva sul Greenwashing rappresenta un passo avanti importante per la tutela dei consumatori e per la promozione di un mercato più trasparente e responsabile.